L’immigrazione è uno dei temi più sentiti al giorno d’oggi. In Italia, ad esempio, è molto diffusa la convinzione che il numero di persone di origine straniera sia molto elevato e in forte crescita, tanto da rendere sempre più difficile l’accoglienza di nuovi migranti.

Per verificare quanto sia fondata questa convinzione abbiamo analizzato il valore e l’andamento nel tempo del numero di stranieri per abitante in diversi paesi europei. I dati sono stati estrapolati dall’International Migration Database messo a disposizione dall’OCSE  e fanno riferimento al periodo 2011-2015. Il numero di stranieri è stimato utilizzando quattro tipi di fonti: registri della popolazione, permessi di soggiorno, indagini sulla manodopera e censimenti; i primi 2 presentano problemi riguardanti soprattutto le scadenze dei permessi di soggiorno e la registrazione dei figli minorenni, determinando perciò una sottostima. Il metodo più completo è quello del censimento, il quale esclude del calcolo gli immigrati irregolari o coloro che alloggiano in centri per l’immigrazione.

I risultati di questa analisi sono riportati nel grafico in alto. I paesi che presentano un maggior numero di stranieri per abitante sono Svezia, Austria, Belgio ed Estonia con valori che si aggirano intorno al 20% (vale a dire all’incirca 20 stranieri ogni 100 abitanti). All’opposto i paesi che presentano i valori più bassi sono Slovacchia (2-3%), Finlandia (4-5%) e Ungheria (4-5%). L’Italia si pone all’incirca a metà di questi spettro con un numero di stranieri per abitante di poco inferiore la 10%.

Dal punto di vista della variazione nel tempo è interessante sottolineare che la maggior parte dei paesi presi in considerazione ha registrato un aumento del numero di stranieri per abitante nel periodo 2011-2015, con solo quattro eccezioni: Spagna Estonia, Grecia e Lettonia. L’incremento maggiore si è avuto in Slovenia dove si è passati da 11 a 16 stranieri ogni 100 abitanti (+49%). L’aumento più piccolo, invece, si è registrato in Italia, dove la quota di stranieri per abitante si è mantenuta sostanzialmente stabile (+0,80%).

Questi dati tendono quindi a suggerire che, se si confronta l’Italia con gli altri paesi europei, il numero di stranieri per abitante e la variazione nel tempo di tale rapporto non siano particolarmente elevati.