Cosa rispondono gli abitanti di un paese alla domanda: che quota rappresentano gli stranieri sul totale della popolazione? Tale risposta corrisponde alla realtà? Un recente studio di Alberto Alesina, Armando Milano e Stefanie Stantcheva offre una risposta a queste domande.
Gli autori di tale studio definiscono i migranti come persone legalmente residenti nel Paese in oggetto. Su tale base sono state intervistate circa 23.000 persone in 6 diversi paesi (Italia, Svezia, Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Germania) chiedendo informazioni relative alla dimensione e composizione della popolazione migrante. Ad esempio sono state poste domande relative al numero di migranti presenti nel paesi, al loro orientamento religioso e alla loro condizione economica. Le risposte a queste domande sono state messe a confronto con i dati reali e i risultati sono sorprendenti.
In tutti i paesi considerati i rispondenti presentano una percezione molto diversa dalla realtà. Per quel che concerne la quota di migranti sul totale della popolazione, ad esempio, il valore riportato dalle persone intervistate è significativamente superiore a quello reale (vedi grafico in alto). Negli Stati Uniti il valore percepito è pari al 36% , mentre nella realtà gli immigrati sono il 10% della popolazione. Il paese in cui il valore percepito (17%) si discosta meno da quello reale (27%) è la Svezia. L’Italia si pone a metà di questi estremi: ad un valore riportato dai rispondenti pari al 26%, corrisponde un valore reale del 10%.
Lo studio mette in evidenza che lo scostamento tra percezione e realtà non riguarda solo la presenza di migranti, ma anche la loro composizione. Ad esempio nella maggior parte dei paesi i rispondenti tendono a considerare i migranti più distanti dal punto di vista culturale (e.g. religione) e più deboli dal punto di vista economico (e.g. meno scolarizzati, più poveri, più dipendenti dall’assistenza pubblica) di quello che accade effettivamente nella realtà. Inoltre, sebbene tutti i rispondenti tendono ad avere percezioni distorte, quelli che riportano valori più distanti dalla realtà non sono laureati, hanno un orientamento politico di destra e lavorano in settori con un elevato numero di lavoratori migranti.
Nel complesso i risultati di questo studio dimostrano che la popolazione ha informazioni errate sulla natura e composizione del fenomeno migratorio e di conseguenza tende a sviluppare una percezione del fenomeno che non corrisponde alla realtà.