Il tema dei flussi migratori in entrata nel nostro paese, o comunque nel continente europeo, è motivo di grande discussione da ormai diversi decenni. In particolare, si è dibattuto a più riprese sull’influenza che le migrazioni hanno avuto sulle scelte elettorali dei cittadini italiani, soprattutto alla luce del successo ottenuto da alcuni partiti, come ad esempio la Lega Nord, che più di tutti si sono fatti interpreti dell’ostilità nei confronti dei migranti.
Per verificare l’esistenza di tale influenza abbiamo raccolto dati sul numero di migranti provenienti dall’Africa in Italia nelle varie annate in cui ci sono state elezioni politiche ed europee e li abbiamo messi a confronto con i voti presi dal partito Lega Nord nelle medesime annate, facendo una media nel caso si fossero verificate elezioni sia nazionali che europee. In questo modo abbiamo ottenuto il grafico riportato sopra.
Dal grafico possiamo notare come negli anni in cui la Lega prende il maggior numero di voti, quindi il 1992 e il 2018, il numero di migranti è ai minimi storici, addirittura nel 2018 vediamo il picco massimo di voti ricevuti dalla Lega, più di 5.5 milioni, e il valore che rispecchia i flussi migratori crollare dai quasi 250.000 del 2014, a 20.489. Nelle elezioni che vanno dal 1999 al 2006 la Lega non prende mai più di 1.7 milioni di voti, mentre il numero dei migranti comincia a salire (eccetto nel 2006), raggiungendo nel 2008 la cifra record di quasi 500.000. Il dato sui flussi inizia a diminuire proprio dall’anno successivo, ovvero quando tra il 2008 e il 2009 la Lega ottiene in due anni più di 6 milioni di voti.
In conclusione, seppur con le dovute cautele, flussi migratori e voti per la Lega Nord non sembrano essere strettamente correlati. Pertanto è possibile che, contrariamente all’opinione comune, non siano stati tanto i numeri dell’immigrazione a portare consenso alla Lega, quanto piuttosto la percezione che di questi numeri ha avuto buona parte dell’elettorato.